Rolf Julius: Julius
“Mi piace la musica che circonda il presente”: così l'artista tedesco Rolf Julius esprime il senso del suo personale approccio alla Sound Art, di cui è uno dei maestri riconosciuti. Innumerevoli, a partire dal 1980, le sue installazioni sonore per musei e gallerie di Stati Uniti, Giappone, Europa, Canada.
Questa mostra - preceduta da una personale al FRAC-Bourgogne di Dijon a febbraio, dalla collettiva “Visual Sound” alla Mattress Factory di Pittsburgh a marzo e dalla mostra recentemente aperta alla Kunsthalle Fridericianum di Kassel - è un'occasione unica in Italia per entrare in diretto rapporto con un lavoro che risolve la sua complessità nella semplice naturale bellezza di un paesaggio acustico.
Il giorno dopo l'inaugurazione, sabato 21 aprile ai Docks Dora, in via Valprato 68, Torino, l'artista presenterà la sua performance sound cooking nr. 8, un evento realizzato da e/static con la collaborazione di the-set.tv.
Julius ci invita a fare l'esperienza della visione del suono, ad ascoltare con gli occhi. Né più né meno. Da Musik für die augen (Musica per gli occhi) del 1981, al recentissimo Large piano piece (Grande pezzo per piano), il lavoro di Rolf Julius, pur esprimendosi con una grande varietà di accenti, si muove evidentemente nella stessa direzione. In molte sue opere, suoni provenienti da piccoli lettori CD fanno vibrare le membrane di altoparlanti, di varia misura, rivolti verso l'alto, che scuotono così, come fossero materia viva, i pigmenti in polvere che li ricoprono, provocando piccoli terremoti colorati. Le membrane degli altoparlanti traducono una delle componenti fisiche del suono, la vibrazione appunto, e così facendo lo rendono visibile nel suo agire.
Julius integra a questi altoparlanti anche altri materiali grezzi, come sassi o acqua, e diversi elementi, quali lastre di vetro o di metallo, vasi in terracotta, ciotole, tazze giapponesi oppure ‘wok' che fanno da diffusori sonori, risonando. E' attraverso questi elementi, supporto alla musica diffusa dagli altoparlanti, che il suono pensato diviene concreto. Essi agiscono così come rivelatori del suono, trappole per il suono stesso e per l'occhio. Infatti, attirando l’occhio dello spettatore, è come se gli permettessero di udire, grazie a quest'organo, ciò che altrimenti rischierebbe di essere percepito come un disturbo, un rumore di fondo, e non solo a causa del basso volume, ma anche per una certa pretesa supremazia percettiva dell'occhio. Avvicinandosi alle opere, l'ascoltatore-spettatore può distinguere e intendere la musica diffusa dagli altoparlanti, farne esperienza. Per Julius, questa esperienza dell’ascolto ha una concretezza che si oppone all'astrattezza della scrittura musicale, così come concreto è il suono, cosa fisica, palpabile, e come tale vissuta.
Dopo l'esperienza del tendere l'orecchio per captare, sorta di ‘zoom’ in avanti, una seconda azione diviene logicamente possibile, vale a dire, proseguendo con la stessa metafora ottica, uno ‘zoom’ indietro culminante con una panoramica, la più larga possibile, comunque tale da mettere in relazione le opere tra loro, creando una sorta di contaminazione tra l’una e l’altra. È in questa sovrapposizione, in questo missaggio, in questo sfregamento delle opere tra di loro che appare come una vibrazione recondita e, per un attimo, udiamo ciò che sta fra un suono e l'altro.
Dice Julius: «Mi interessa l'intervallo, lo spazio tra i suoni. Fino a dove si può espandere questo spazio?». Spetta al visitatore, deambulando fra le opere, trovare la propria risposta. Obiettivo di Julius è, aumentando la coscienza dell'esperienza dell’ascolto, testimoniare “umiltà davanti alla natura”, natura di cui siamo parte, e nella quale, secondo lui, non esiste separazione tra visibile e intelligibile: lo spirituale non è disgiunto dal sensibile. La sua opera, lavorando col suono, rende manifesto l'invisibile attraverso la fusione di pieno e vuoto, come nella pittura di paesaggio cinese.
L’azione del guardare e dell'udire, in questo senso, ci lega “al già da sempre iniziato che è il reale” (Elio Grazioli), al flusso nel quale viviamo, del quale siamo parte. Né più né meno.
Giuseppe Furghieri, marzo 2001
documentazione video della mostra QUI
011235140 estatic.it
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Le piccole musiche di Rolf Julius, di Giuseppe Furghieri | 59.28 KB |
Julius a Torino nella primavera 2001, di Carlo Fossati | 36.31 KB |
Lo sguardo.. di Rolf Julius.pdf | 39.14 KB |