Giovanni Morbin: Lievità
Giovanni Morbin, artista e performer dotato di una personalità e di una qualità assai rare in Italia, presenta a blank, a partire dalla serata inaugurale di sabato 3 novembre, fino a venerdì 7 dicembre 2018, alcune opere, quasi tutte inedite, che sono state scelte in funzione di un progetto espositivo sui temi dello sgravio (ossia, letteralmente, l’opposizione alla forza di gravità) e della lievità che cangia in levitazione. Le opere appartengono a momenti diversi del suo percorso artistico (la più lontana nel tempo, L’appeso, fu realizzata nel 1979, la più recente, Mi arrendo!, nel 2014-2016) per significare la forte centralità di tali temi nella ricerca di questo autore sin dai suoi esordi.
Morbin ha già collaborato con e/static realizzando diversi progetti performativi, il primo dei quali, Lid, nel 2010, poi ancora nel 2014, con la sua partecipazione a Killing Floor II, e nel 2016, all’interno del progetto La collera delle lumache. Del 2017 è un video, Rock and Roll, prodotto sempre da e/static, che documenta l’azione ‘outdoor’ dell’anno precedente, creata per La collera delle lumache. Questa sarà la sua prima mostra personale con e/static, e la prima in assoluto a Torino.
Allievo di Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti di Venezia, e da sempre grande estimatore di Marcel Duchamp, Giovanni Morbin ha abbandonato ben presto la pratica della pittura trovando la sua dimensione espressiva soprattutto nella performance, un territorio che ha esplorato instancabilmente senza mai specializzarsi in una sola modalità, e dove ogni volta egli crea qualcosa di nuovo che riesce sempre a sorprendere il pubblico eludendone le aspettative, Nelle sue stesse parole, «Non provo mai l’azione prima di compierla. Voglio essere nelle medesime condizioni del pubblico. Vergine alla verifica». Si può inoltre dire che una cifra ricorrente nelle sue azioni è quella della resistenza fisica nella reiterazione di un gesto o nel mantenimento ad oltranza di una posizione, spesso in condizioni molto difficili. Analogamente alle sue azioni performative, per quanto riguarda il versante visivo e installativo della sua opera, una delle qualità peculiari di questo autore è la capacità di non ripetersi mai, e ogni volta le tecniche usate sono diverse, anche se una maggiore frequenza si può riscontrare nell’uso del mezzo fotografico, soprattutto, e di quello video.
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