Carrè, Fox, Julius, Kubisch, Kuhn, Piscitelli, Roden, Suzuki, Yui: Before and After Sound
Intento di questa mostra, che verrà aperta giovedì 15 maggio alle ore 18.30, è di considerare e mettere in luce aspetti particolari della ricerca artistica internazionale intorno al suono. Mostra atipica, a questo riguardo, perché in nessuna delle opere esposte il suono è effettivamente presente, come fenomeno fisico percepibile attraverso il senso dell'udito.Tutte, bensì, vi si riferiscono, trattandone in quanto possibilità, il prima – e saranno progetti per installazioni sonore o partiture di ‘performances’ – e in quanto effetto, considerandolo quindi a posteriori. In questo secondo caso, il dopo, l'artista parte dalla riflessione su un proprio lavoro, appunto, sonoro, o rivolge la sua attenzione a un fenomeno acustico, per realizzare, con il disegno, con la fotografia, con la scrittura, un nuovo lavoro in cui la presenza del suono è virtuale, evocata o rappresentata, provocando spesso veri e propri eventi sinestetici.
La mostra propone esempi di intervento in entrambi i versanti di ricerca, e la scelta dei nove artisti partecipanti è stata fatta in modo da comporre un panorama il più ampio possibile del vasto, eterogeneo ambito espressivo comunemente indicato con il generico termine sound art. Sono presenti maestri riconosciuti della ricerca sonora all'interno dell'arte visiva, ognuno assolutamente peculiare rispetto agli altri, per atteggiamento e risultati, come l'americano Terry FOX, i tedeschi Christina KUBISCH, Hans Peter KUHN, Rolf JULIUS.
FOX, attivo dai primi anni 70, artista a tutto campo che agisce il suono, in senso squisitamente performativo, piuttosto che eseguirlo o diffonderlo con sistemi elettrici o elettronici; KUBISCH, artista e musicista, autrice di installazioni estremamente eleganti e rarefatte che mettono spesso il suono in rapporto con la luce; KUHN, che utilizza gli stessi elementi ma con un maggiore impatto visivo e acustico e l'uso ricorrente di effetti cinetici, tramite lo spostamento continuo (programmato al computer) del segnale acustico fra le varie fonti dislocate nello spazio; JULIUS, creatore di straordinari paesaggi sonori che organizza con un dosaggio accuratissimo degli equilibri e delle interazioni fra spazio e tempo, associando oggetti e figure minimali – per lo più nere e rosse – con suoni a basso volume (small music, come li chiama).
Accanto a questi una figura non meno importante, quanto decisamente eccentrica, come quella del poliedrico giapponese Akio SUZUKI: musicista, artista, ‘performer’, ‘cartoonist’... Tutte parti che si fondono con naturalezza in un'opera di grande semplicità e chiarezza, lieve, fondamentalmente effimera, pervasa com'è del senso dell'impermanenza che è proprio della cultura di quest'autore.
Punti di contatto con quest'ultimo, per la sua versatilità (ma anche con Julius e con Fox, per la forte rilevanza nel suo lavoro di un lato visuale, insieme parallelo e complementare a quello acustico) ha l’americano Steve RODEN, più giovane di tutti i precedenti artisti: pittore e scultore, ‘video-maker’, ‘performer’ e musicista autore di moltissimi cd.
Così come particolare si deve considerare il caso del francese Patrice CARRÉ – presente, insieme a Suzuki, Julius, Kuhn, Kubisch e Fox nell'importante collettiva “Visual Sound” alla Mattress Factory di Pittsburgh nel 2001 – sia per la notevole valenza plastica di molte sue opere, che per l'uso sempre ironico e ‘leggero’, prevalentemente illustrativo (analogo a quello del soundtrack nel linguaggio cinematografico) della materia sonora, spesso il prodotto di ‘collages’ realizzati utilizzando materiali i più disparati.
Completano la rassegna due giovani, Paolo PISCITELLI e Miki YUI: il lavoro del primo rappresenta un esempio piuttosto raro (in Italia, pressoché unico) e molto personale di ricerca acustica nell'ambito della scultura, di cui costituisce un capitolo di non secondaria importanza, mentre la seconda, giapponese, è una musicista elettronica, rivelatasi lo scorso anno come autrice di una intrigante, eterea installazione sonora all'interno della collettiva “Resonanzen” alla Stadtgalerie di Saarbrücken (cui parteciparono, fra gli altri, gli stessi Julius, Kubisch e Roden).
I lavori esposti sono stati realizzati in un arco di tempo che va dal 1972 all'anno in corso e molti sono gli inediti, in gran parte creati appositamente per la mostra.
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